Maggio 11, 2024

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Perchè importa.  Circa il 10% di inflazione entro la fine dell’anno sugli scaffali dei supermercati

Perchè importa. Circa il 10% di inflazione entro la fine dell’anno sugli scaffali dei supermercati

Un balzo del 24,5% per la carne e il pollame, del 18% per la pasta… I prodotti venduti al supermercato hanno risentito duramente dell’inflazione, che ad agosto ha raggiunto circa il 7% sugli scaffali in un anno, e potrebbe salire al 10% entro la fine dell’anno. In una dichiarazione rilasciata giovedì, NielsenIQ, membro del Leading Retail Committee, ha osservato che “gli aumenti di prezzo per i prodotti di consumo sono continuati a un ritmo simile a quello che hanno fatto all’inizio dell’anno”.

Qual è il livello di inflazione?

“L’inflazione non è andata in vacanza a luglio/agosto”, osserva NielsenIQ, che indica un aumento del prezzo medio dei cosiddetti prodotti di consumo (quelle famiglie acquistano regolarmente nei supermercati) del 6,6% ad agosto.

NielsenIQ osserva che “le aspettative di inflazione sono confermate a +10% entro la fine del 2022”, con tutte le categorie di prodotti vendute ad agosto a un prezzo superiore rispetto all’anno precedente.

Da parte sua, un altro specialista nella misurazione dei prezzi nei supermercati, l’IRI, ha stimato che i prezzi dei prodotti di consumo e dei prodotti freschi sono aumentati del 7,9% ad agosto, in una misura pubblicata giovedì dal media specializzato LSA.

Quali prodotti sono aumentati di più?

Le categorie di prodotti i cui prezzi sono aumentati di più sono carne, pollame e salumeria (+24,5%), pasta (+18,3%), tovaglioli di carta (+16%), olio (+15,7%), burro, ghee e fresco crema. (+13%).

I prodotti price first e quelli noti come “private-brand”, cioè creati dai marchi che li commercializzano, hanno visto i loro prezzi aumentare di oltre tre punti rispetto ai prodotti a marchio nazionale, osserva NielsenIQ. Ciò è dovuto in particolare al fatto che i costi della produzione agricola e delle materie prime, fortemente gonfiati dalla metà del 2021, rappresentano una quota maggiore del suo prezzo rispetto al marchio nazionale, dove la spesa di marketing è maggiore.

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Il relatore rileva che “le categorie estive risentono dell’inflazione in misura piuttosto minore rispetto alla media”. Ad esempio, i prezzi del gelato sono aumentati del 2,53% tra giugno e agosto, della birra dell’1,87% e dei pesticidi dell’1,25%.

Qual è l’effetto sulle famiglie?

A giugno, l’Inflation Monitor della rivista ha valutato 60 milioni di consumatori, di cui NielsenIQ è partner, valutando l’impatto di questi aumenti di prezzo del 7% a 30 € di spesa aggiuntiva per famiglia e al mese.

Per aggirare questo problema, i consumatori tendono a scendere dal mercato, negarsi alcuni dei prodotti considerati di priorità inferiore o rivolgersi a marchi che sono i migliori offerenti di prezzo.

Intanto il ministro dell’Economia Bruno Le Maire ha dichiarato mercoledì alla conferenza France 5 che “non dobbiamo aspettare un miglioramento sul fronte dell’inflazione prima dell’inizio del 2023”.