Aprile 28, 2024

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“La Francia deve intervenire nella causa intentata dal Sud Africa contro Israele”.

“La Francia deve intervenire nella causa intentata dal Sud Africa contro Israele”.

AArticolo 63 Legge fondamentale Corte di giustizia internazionale La Corte internazionale di giustizia offre a qualsiasi Stato la possibilità di confermare la propria interpretazione di un accordo multilaterale di cui è parte Quando il presente Contratto è oggetto di controversia. In tal modo, il cosiddetto Stato “interveniente” può influenzare l’interpretazione del presente Accordo da parte della Corte: esso diventa quindi vincolante per quest’ultima, come lo è in linea di principio per le parti in conflitto.

Questa procedura ha molto successo con le ricche e recenti cause legali innescate dall'applicazione Convenzione sulla prevenzione e la repressione del crimine di genocidio IL 9 dicembre 1948. Nel caso sono intervenuti sette paesi Gambia contro Myanmare trentadue nel caso Ucraina contro Russia.

Questo numero non dovrebbe sorprendere per una convenzione in cui “Gli Stati contraenti non hanno interessi propri (ma) soltanto, ciascuno di essi, ha un interesse comune, che è quello di preservare i fini superiori che sono la ragione dell’esistenza della Convenzione”. (Fatwa del 28 maggio 1951, “ Riserve alla Convenzione sul genocidio “). La Francia è tra questi intervenienti, insieme ad altri cinque paesi nel primo caso, e individualmente nel secondo caso.

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Come annunciato dalla Germania il 12 gennaio, anche la Francia deve intervenire nelle misure adottate dal Sudafrica contro Israele il 29 dicembre 2023 in merito all’applicazione dell’accordo nella Striscia di Gaza. Ciò è richiesto dalla continuità e dalla logica della sua politica giuridica, soprattutto perché parteciperà, come molti Stati, alla procedura consultiva sul “ Conseguenze legali derivanti dalle politiche e pratiche israeliane nei territori palestinesi occupati, inclusa Gerusalemme Est », è stata attivata appena un anno fa dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite.

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Ma ciò è dovuto principalmente a “Le parole hanno un significato”Il Ministro degli Affari Esteri lo ha annunciato anche all’Assemblea Nazionale il 17 gennaio [Stéphane Séjourné] Nelle interrogazioni al governo, la Francia deve intervenire per far risuonare queste parole nelle rigide condizioni della legge.

Altre conclusioni ragionevoli

I fatti registrati nella Convenzione del 1948 e le dichiarazioni incendiarie rilasciate da agenti e autorità superiori dello Stato di Israele, che il Sud Africa cita come prova di genocidio, si inseriscono in un contesto molto specifico e diverso da quello dei Rohingya in Birmania: vale a dire la massiccia risposta militare lanciata da Israele, in virtù del suo diritto all’autodifesa contro l’esplicita aggressione armata commessa contro di esso da Hamas il 7 ottobre.

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