Maggio 16, 2024

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In Belgio, dopo l’attentato di Bruxelles, giudici e politici si sono scontrati

In Belgio, dopo l’attentato di Bruxelles, giudici e politici si sono scontrati

CCome dopo ogni attentato terroristico che ha colpito il Belgio dopo l’attentato al Museo Ebraico di Bruxelles nel 2014, mercoledì 25 ottobre si è riunita una commissione parlamentare e il giorno successivo è stato interrogato il governo belga. Questa volta la questione era capire come il tunisino Abdeslam Aswad, autore della sparatoria che ha ucciso due svedesi a Bruxelles il 16 ottobre, sia riuscito a sottrarsi all’attenzione di tutti i servizi belgi per almeno sette anni. Anche quando la magistratura tunisina, che lo ha condannato a quasi ventisette anni di carcere, ha chiesto l’estradizione del latitante nell’agosto del 2022. E anche quando l’Interpol, nel luglio dello stesso anno, ha emesso un mandato “avviso rosso”In linea di principio, la segnalazione dovrebbe portare alla localizzazione e all’arresto della persona.

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La risposta è arrivata venerdì 20 ottobre, quattro giorni dopo l’attentato: i ministeri degli Esteri e della Giustizia hanno ricevuto la richiesta della Tunisia e l’hanno deferita alla Procura di Bruxelles, dove avrebbe dovuto essere esaminata da un giudice specializzato. Ma all’accusa, questo fascicolo scritto a mano è stato messo sullo scaffale dell’armadio, dove è stato dimenticato. Abdel Salam Al-Aswad, che si era radicalizzato all’insaputa della polizia, dei servizi segreti e della giustizia, ma non dei suoi vicini e dei responsabili della moschea dalla quale era stato escluso, è riuscito a procurarsi delle armi e a preparare il suo attacco in quel momento, come avrebbe dovuto, in linea di principio, è stato ricercato per almeno quattordici mesi.

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Il ministro della Giustizia Vincent van Quickenborn ha imparato la lezione da questo errore, che lui stesso ha descritto “Enorme” Di più ” Individualmente “. Ha lasciato il lavoro. È un modo per puntare il dito contro il pubblico ministero presumibilmente sbagliato, ma anche per scagionare altre agenzie e, soprattutto, per evitare di incriminare altri funzionari, cosa che avrebbe portato a una crisi di governo. La sua collega Anneliese Vanderlinden, ministro dell’Interno, ha rischiato di essere accusata di possibili errori della polizia, e la segretaria di Stato per l’immigrazione, Nicole de Moor, di carenze nei servizi di immigrazione, che non hanno garantito l’esecuzione dell’ordine di espulsione. Che hanno emesso contro l’interessato nel 2020.

“Un bordello senza nome”

Fino ad allora lo stesso Primo Ministro aveva attribuito la colpa soprattutto ai paesi europei, che non avrebbero inviato tempestivamente le informazioni in loro possesso su Abdel Salam Al-Aswad, e alla Tunisia, che in generale si rifiutava di rimpatriare i suoi cittadini a cui era stato negato l’asilo. Ma in questo caso la Tunisia reclamava già i leoni e fece la famosa richiesta, passata sotto il radar dei servizi belgi…

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