indagine – Dopo anni prosperi, è tempo di mettersi a dieta per questi professionisti, gran parte della cui attività dipende dalla salute del mercato immobiliare. Senza disastro “c’è ansia”, ammettono molti notai.
“Da agosto io e i miei soci abbiamo smesso di pagarci a vicenda. Il flusso di cassa dello studio non ci consente di farlo“. In questo studio notarile in un angolo esclusivo della parte occidentale di Parigi, l’atmosfera è cupa. Non sorprende che l’aumento dei tassi di interesse e il calo delle transazioni negli ultimi mesi abbiano portato a un crollo dell’attività. I conti ne risentono: “Tenendo conto di tutti questi aspetti, finora il nostro volume di vendita è diminuito del 25% in un anno e i nostri profitti sono diminuiti.“, sospira un collega, a condizione di anonimato. In effetti, il calo dell’attività immobiliare è diventato più forte. Per assorbire lo shock, cinque partenze volontarie e cessazioni del lavoro non sono state sostituite. Potrebbe essere necessario andare oltre:Oggi proponiamo il tradizionale licenziamento dei dipendenti. Aspettiamo di vedere come reagirà», sussurra questo notaio.
Questo studio non è affatto un caso isolato: insieme agli artigiani, ai professionisti dell’edilizia e ad altri agenti, anche i notai sono i più colpiti dalla crisi immobiliare. Dopo anni di successi, la festa è finita…
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