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Tasse al 40% sulle “grandi imprese” nelle banche: l’Italia corregge la situazione dopo le turbolenze alla Borsa di Milano – 09/08/2023 ore 12:30

Queste tasse sono la “conseguenza inevitabile” dell’aumento dei tassi di interesse da parte della Banca centrale europea, che Roma ha denunciato.

Il governo italiano ha detto in fretta che la futura tassa sui “profitti in eccesso” delle banche in Italia sarebbe stata limitata. Un annuncio di mercoledì 9 agosto ha dato colore ai titoli delle banche italiane, fortemente calati il ​​giorno prima.

Preservare la stabilità delle istituzioni bancarie.

E il ministero dell’Economia ha annunciato martedì sera, desideroso di placare la bufera borsistica, che il decreto prevede per una banca «un tetto massimo di contribuzione non superiore allo 0,1% del totale attivo».

La decisione a sorpresa della coalizione di governo di destra e di estrema destra di imporre una tassa del 40% sui “profitti in eccesso” delle banche generati dall’aumento dei tassi di interesse ha sollevato preoccupazioni martedì.

Insolvenza di titoli nel settore finanziario del mercato azionario.

In chiusura, quindi, Intesa Sanpaolo e Unicredit hanno perso rispettivamente l’8,6% e il 5,9%. Monte dei Paschi di Siena ha ceduto del 10,8%, Bper Banca del 10,9% e Banco Bpm del 9%.

Mercoledì mattina, il titolo Intesa Sanpaolo è salito del 2,3% e il rivale Unicredit è salito del 4% intorno alle 10:30 (08:30 GMT), come altri titoli del settore bancario.

Aumentano i ricavi delle banche

Lo diciamo da mesi

La Banca Centrale Europea ha torto ad alzare i tassi di interesse”.

Il vice primo ministro Antonio Tajani ha confermato martedì che queste tasse “sono il risultato inevitabile”.

Le banche italiane hanno visto aumentare il reddito da interessi sulla scia di tassi di interesse più elevati,

Senza aumentare i bonus dei conti correnti dei propri clienti

nelle stesse proporzioni. Martedì sera, il ministero dell’Economia ha promesso che le banche che avevano “già adeguato i loro tassi” riducendo il divario tra tassi debitori e bonus di conto corrente, “non saranno interessate in modo significativo” dalla tassa.

Dopo l’intervento del ministero, gli economisti hanno drasticamente abbassato le loro stime delle entrate fiscali.

Limitare il contributo allo 0,1% del patrimonio “riduce significativamente l’impatto fiscale”

Lo hanno commentato mercoledì gli analisti di Jefferies, che hanno stimato il costo totale per le banche a 2,5 miliardi di euro contro i 4,9 miliardi precedenti.

L’imposta sugli “extrautili” delle banche, che dovrà essere liquidata entro giugno 2024, riguarderà gli esercizi 2022 o 2023.

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