In Italia, voto all’ombra dei manifesti “Georgia”.

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In Italia, voto all’ombra dei manifesti “Georgia”.

Nelle strade silenziose di una domenica quasi estiva, sui muri di Roma, questi manifesti elettorali hanno qualcosa di tagliente che li distingue dal materiale elettorale scaricato sulla città in vista delle otto elezioni europee di sabato. e domenica 9 giugno. Attaccati dal nome “Georgia”, raccontano le elezioni europee, trasformate dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni in un referendum sulla sua persona e sulle sue politiche.

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Il capo dell’amministrazione si è presentato in testa alla lista in cinque collegi elettorali italiani, chiedendo agli elettori di scrivere sulla scheda solo il suo nome. Ha dominato i dibattiti preelettorali e sta contando i voti per riaffermare il suo dominio sulla sua coalizione di destra e di estrema destra, aprendo una nuova fase del suo mandato a partire dall’ottobre 2022. La politica europea dello sport. Quindi queste elezioni ruotano attorno a lui.

“Ho potuto vedere un po’ di ego infantile giocare in questo desiderio di basare tutto su di lei e usare solo il nome.”, Il giudice Maria Elena, 52 anni, non ha voluto rivelare il suo nome completo a causa della sua posizione in un ministero. «Ma potrebbe mascherare qualcosa di più serio.» Un elettore esprime il suo voto per un piccolo partito, l’Alleanza dei Verdi e della Sinistra, presso un seggio elettorale allestito all’interno della scuola Cesare Battisti nel quartiere Garbatella. La facciata tipica dell’epoca fascista sorregge ancora le quattro statue dell’aquila, simboli del regime mussoliniano.

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Lo spettro di una deriva autoritaria

Giorgia Meloni è cresciuta in questa zona a sud di Roma con radici popolari e di sinistra. Nel suo racconto su se stesso, il capo del consiglio ripercorre gli inizi della sua leggenda personale nelle sue strade, una storia epica che racconta l’ascesa di un giovane attivista dalla periferia della capitale ai palazzi del potere.

Ma per Maria Elena il pericolo potrebbe arrivare dopo il voto. “Personalizzando il voto in questo modo, Meloney prepara le menti delle persone a cambiare la Costituzione…” Teme il progetto principale dell’amministratore delegato: una riforma istituzionale per rafforzare la presidenza della Camera.

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Secondo il testo, la posizione sarebbe soggetta a un’elezione a suffragio universale, uno spettro di deriva autoritaria rappresentato dagli elettori di sinistra, secondo i suoi oppositori. Ma i seggi elettorali per ora non attirano folle. Il tempo è bello e la gente invece di votare va in spiaggia. Un altro che ha abbandonato la scuola si appoggia al bastone e ride. Nel pomeriggio l’affluenza è stata del 25,1% e le urne si sono aperte alle 15 di sabato 8 giugno. La domenica dovrebbero chiudere alle 23.00.

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