È sempre necessario seguire fino in fondo lo sviluppo degli interventi normativi: la versione finale a volte riserva delle sorprese. Una manifestazione è appena avvenuta con una bozza di decreto sulla riforma della cassa integrazione, inviata venerdì 23 dicembre alle parti sociali. L’agenzia di stampa specializzata AEF ha rivelato che il testo presenta un nuovo scenario di riduzione della durata dell’indennità del 40% quando il tasso di disoccupazione scende sotto il 6%.
I sindacati dei lavoratori sono su tutte le furie, sia per i contenuti che per le modalità: sostengono che il governo non li abbia preventivamente interpellati su questa aggiunta, che permette di inasprire ulteriormente le disposizioni applicabili a chi cerca lavoro.
Il suddetto progetto di decreto è relativo alla legge sul funzionamento del mercato del lavoro. che è stato pubblicato giovedì alle am Gazzetta Ufficiale. Il testo prevede di adeguare il numero di giorni durante i quali una persona in cerca di lavoro riceve un’indennità, a seconda della situazione economica. Questo tema “anticiclico” è in linea con la promessa della campagna di Emmanuel Macron.
Valido solo fino al 31 dicembre 2023
Oggi chi è inabile al lavoro può essere coperto per un massimo di 24 mesi se ha meno di 53 mesi, 30 mesi se ha 53 o 54 mesi e 36 mesi per gli altri. da 1egli è febbraio 2023, qualsiasi disoccupato sarà soggetto a “coefficiente di riduzione” 0,75, che avrà l’effetto di ridurre del 25% la durata dell’indennizzo. Esempio: una persona che avrebbe avuto diritto a dodici mesi di indennità in base al sistema attuale sarà assistita per nove mesi.
Questo adeguamento tiene conto della salute del mercato del lavoro. Per poterlo valutare, l’esecutivo ha scelto come indicatore il tasso di disoccupazione: se è inferiore al 9%, come è attualmente – al 7,3% -, viene applicato un fattore di riduzione. Se la situazione peggiora, Con un tasso di disoccupazione superiore al 9% o 0,8 punti in più nel trimestre, la durata delle prestazioni tornerà al livello odierno.
Queste regole rimarranno in vigore solo fino al 31 dicembre 2023. Fino ad allora, i sindacati dei datori di lavoro e dei lavoratori dovranno negoziare nuove regole, come parte di un accordo. Va però preservato il meccanismo anticiclico, come definito dal ministro del Lavoro, Olivier Dussopt, durante una conferenza stampa del 21 novembre. Ha aggiunto che durante queste discussioni sarà “può guardare” scenari aggiuntivi, o addirittura “per rendere le cose più difficili” si No“Obiettivo di piena occupazione del 5% di disoccupazione raggiunto”. Ma non ha fornito altri dettagli.
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