Aprile 25, 2024

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Frequenza del vaccino: l’impatto della disinformazione sulla salute

Frequenza del vaccino: l’impatto della disinformazione sulla salute


Questo testo fa parte della nostra serie su Dietro le quinte della disinformazione nella scienza


Ricercatori della Corea del Sud e degli Stati Uniti che hanno pubblicato questo studio 11 agosto in rassegna Rapporti scientifici Tuttavia, aggiungono un nuovo elemento: sembra che siano coinvolti tutti i tipi di disinformazione sui vaccini, incluso il tipo di informazione “cospirativa” che si potrebbe pensare sarebbe difficile da descrivere come credibile. A due gruppi (“professionisti” e “studenti”) è stato chiesto se fossero stati esposti a informazioni sul coronavirus come “i vaccini sono pericolosi”. Più della metà ha risposto affermativamente, e quelli sono quelli più a rischio di vedere la propria riluttanza ad aumentare le vaccinazioni, indipendentemente dal tipo di falsità implicata.

Nella loro introduzione, i ricercatori ci ricordano che l’esitazione sui vaccini è un fenomeno molto più antico del COVID, con molteplici cause: sociali, culturali e politiche. “Il titubante è un gruppo eterogeneo”, come specificano: ad esempio non compare il livello di istruzione, Negli studi recenti, come fattore dominante. in contrasto, Il fatto di aderire alle teorie del complotto Sembra essere uno : Dal momento che queste teorie spesso presentavano, molto prima della pandemia, una visione del mondo in cui le forze oscure cospiravano in segreto per raggiungere i loro obiettivi, non sorprende che la nuova disinformazione sui vaccini che aderisce a questa visione del mondo sia stata più probabilmente accettata da queste persone.

Tra un gruppo di circa 500 professionisti intervistati nel 2021, la disinformazione più comune era che i vaccini COVID contenevano un microchip per rintracciare le persone.

Al contrario, coloro che hanno risposto alle domande di conoscenza generale sui vaccini meglio di altri sembravano avere meno probabilità di cadere nelle trappole della disinformazione.

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Lo studio ha i suoi limiti: nelle loro risposte sul loro livello di esposizione alle notizie relative al COVID, le persone potrebbero non pensare a esempi rilevanti o potrebbero non voler dare l’impressione di essere state esposte a informazioni che sanno essere discutibili.

Ma lo studio tende a confermare i segnali premonitori che si sono sentiti dall’inizio dell'”epidemia dell’informazione” (o epidemia di notizie false su una pandemia): quando la disinformazione penetra in un terreno fertile, può avere un impatto tangibile e misurabile sulla popolazione Salute. “Informazioni false sulla salute possono uccidere le persone direttamente e indirettamente”.