Aprile 30, 2024

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Carlos Tavares, presidente di Stellantis, inventa l’antilobby

Carlos Tavares, presidente di Stellantis, inventa l’antilobby

Carlos Tavares l’aveva promesso, lo ha fatto. Mercoledì 29 marzo alle 14:30 si svolgerà online il primo incontro del “Freedom of Movement Forum”, “un’assemblea annuale degli azionisti impegnata a determinare come fornire alla società una mobilità pulita, sicura e conveniente e affrontare le sfide del riscaldamento globale”. La loro missione: “Risolvi i problemi con un approccio basato sui fatti.”

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Chi sono gli azionisti? Potenzialmente tutti. Il Forum, che si terrà interamente online, è aperto a tutti. Basta registrarsi lì. Il presidente di Stellantis ha scelto di co-presiedere il suo consiglio con Sobel Aziz Ngom, direttore generale della Federazione Giovanile del Senegal. Intorno a loro hanno chiamato cinque esperti: Massimo Ciovini, architetto responsabile della navigazione all’interno della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile a Roma, François Gemin, specialista in migrazione e coautore del Gruppo intergovernativo di esperti sui cambiamenti climatici (IPCC), Christina Lund, CEO del fornitore di energia statunitense AES, Reema Nanavati, Direttore, Indian Self Employed Women’s Association, e Jaehak Oh, Presidente, Korea Transport Institute.

Questa nuova sede di discussione è un animale istituzionale separato. Il 13 giugno 2022, Carlos Tavares ha annunciato che Stellantis avrebbe lasciato l’Associazione europea dei produttori di automobili, ACEA, per creare questo forum. Questo è avvenuto cinque giorni dopo che il Parlamento europeo ha votato un testo che vieta la vendita di motori termici in Europa dopo il 2035.

disposizione corretta

Agli occhi del capo del quarto gruppo automobilistico mondiale, la Lobby Europea, ancora paralizzata dal Dieselgate, non è riuscito a convincere gli eurodeputati che stanno affrontando il problema dalla parte sbagliata. Quindi vuole sensibilizzare l’opinione pubblica a modo suo.

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La cosa giusta da fare per decarbonizzare l’auto, come ripete ogni volta che incontra la stampa, sarebbe stata che l’Europa sviluppasse prima la produzione di elettricità verde – o almeno decarbonizzasse -, poi creasse un’infrastruttura per la ricarica delle auto elettriche, e solo allora vietare la vendita di auto termiche. Peccato se ci sono voluti vent’anni. Nel frattempo, gli automobilisti continueranno ad acquistare motori meno inquinanti di quelli delle auto più vecchie che, in alcuni Paesi, si ricaricano con l’elettricità fornita dal gas o addirittura dalle centrali a carbone, che conserveranno a lungo prima di poterlo fare. Acquistare auto elettriche è ancora molto costoso.

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